lunedì 1 marzo 2010

L'altra faccia della maternità


Diventare mamma: tutti la descrivono come un'esperienza meravigliosa. La donna, tuttavia, si trova a dover affrontare un'esperienza del tutto sconosciuta.
Dopo il momento del parto la "Neo-mamma", che ha già affrontato una grandissima sfida, ovvero quella del "riconoscimento del neonato come del proprio bambino", si trova dinnanzia ad innumerevoli prove. Molto spesso queste prove sono rese più difficili da alcune credenze che la stessa "neo-mamma" si è creata durante tutti i nove mesi di gravidanza; come ad esempio "sarò una mamma perfetta", "saprò da subito capire il bambino", "Fare la mamma è sempre un'esperienza meravigliosa e gratificante", "Fare la mamma significa mettere sempre prima le esigenze del bambino alle proprie". Escludendo la possibilità di negare tali credenze, bisogna tuttavia sottolineare che la maternità possiede luci ed ombre.
Infatti dopo il parto può accadere che la Giovane Mamma non si senta poi così felice ed entusiasta, non si veda come adeguata nei confronti del suo piccolo bimbo, pianga senza motivo o abbia scoppi di irritabilità. Tutti questi comportamenti rientrano in quel fenomeno, che più comunemente è definito "Depressione Post - Partum".
Tale tipologia di depressione, definita Post Partum, ovvero dopo il parto, è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce molte donne a partire dal terzo o quarto giorno seguente il parto. Tra i sintomi maggiormente frequenti ad essa riconducibili si riscontrano.
  • tristezza e pianto, con frequenti cambi di umore e perdita di interesse per la maggior parte delle attività
  • disinteresse per il bambino e/o paura di fargli male
  • affaticamento e sensazione di esaurimento
  • sentimenti di disperazione
  • insonnia
  • mancanza di appetito

Di fronte a questi sintomi la neo-mamma non deve spaventarsi!

La succitata sindrome, che colpisce più del 10% della popolazione femminile, è dovuta a cause ben precise e può essere affrontata con successo!

Tra le principale cause si ricordano: fattori biologici, come ad esempio i cambiamenti ormonali indotti dalla gravidanza; fattori psicologici e di natura sociale, come il repentino cambiamento di ruolo per la donna, da essere figlia ad "essere madre" di una creatura totalmente indifesa e dipendente da lei, la mancanza di supporto emotivo all'interno della propria famiglia, la presenza di una "coppia genitoriale fragile",...
Ma come superare tale condizione?
Sicuramente utile sarà per la giovane mamma circondarsi di persone care, di amici e di tutto il supporto emotivo all'interno del proprio nucleo familiare. Sarà anche utile cercare di confrontarsi il più possibile con altre giovani mamme ed, in secondo luogo, cercare di ridimensionare le aspettative verso se stesse.
Tuttavia se i sintomi sono presenti per più di due settimane e con un entità "allarmante" si consiglia di rivolgersi ad uno specialista al fine di ottenere una consulenza psicologica ed adeguato trattamento.

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