lunedì 17 maggio 2010

La dipendenza affettiva.

La dipendenza non è generata solo ed unicamente da sostanza, ma anche da relazioni che l’individuo instaura con il suo ambiente circostante. Essa indica generalmente un legame di sottomissione tra un individuo ed un’altra persona, un gruppo, un oggetto, un comportamento,…

Da un punto di vista psicologico, il soggetto “dipendente” è caratterizzato da una mancanza di autonomia e di capacità di prendere decisioni autonome, spesso ha una visione di sé come bisognoso, fragile, come “vittima”. La dipendenza che tali soggetti instaurano nei confronti di oggetti o persone è strettamente legata al loro bisogno di non sentirsi inadeguati e di sperimentare una immagine di sé positiva.

In molti casi si parla di dipendenza affettiva, ma cosa è?

Nella dipendenza affettiva il soggetto è, come dice il termine stesso, dipendente da una relazione emotivo – affettiva instaurata con un'altra persona. Essa indica un legame di sottomissione che l’individuo stabilisce con l’altro, dove è proprio la “relazione” a divenire l’oggetto della dipendenza stessa.

Da dove nasce la dipendenza affettiva?

L’origine di tale dipendenza è da ricercare nel contesto delle prime relazioni con le figure significative. Anche se può apparire paradossale si instaura una dipendenza perché si ha bisogno di amore! Sin dalla prima infanzia il bambino è dipendente dalle proprie figure di accudimento, sia per i propri bisogni primari di fame, sete, freddo sia per i propri bisogni emotivi. Se il rapporto tra il soggetto in età infantile e l’adulto sarà caratterizzato da accettazione, rispetto e cure responsive ed empatiche il bambino crescerà autonomo, indipendente, sicuro di sé e fiducioso nelle proprie capacità e negli altri; contrariamente si svilupperà insicuro e bisognoso di continue conferme.

Nella dipendenza affettiva, pena la perdita della propria identità, il soggetto persegue costantemente ed in modo ossessivo la rassicurazione, l’attenzione e l’amore.

La relazione con l’altro, con il proprio partner, apparentemente risulta essere una relazione d’amore; tuttavia è descrivibile come una relazione di “bisogno”. Il soggetto affettivamente dipendente vive una relazione intrisa di angoscia, paura ed insicurezza in quanto è troppo concentrato a “chiedere” amore, cure ed attenzioni. Ci si trova di fronte ad una relazionale fusionale.

Chi è succube di tale tipologia di dipendenza spesso è una persona insicura, con scarsa autostima, paura dell’abbandono ed ansia da separazione. Il soggetto instaura una relazione proprio per colmare le proprie paure ed i propri bisogni.

Il soggetto con dipendenza affettiva è caratterizzato da:

ü Paura di perdere l’amore

ü Paura della solitudine, della soluti dine e dell’abbandono

ü Paura di mostrrsi per quello che si è e di non essere accettato in quanto tale

ü Senso di inferiorità nei confronti del partenr, il quale è visto come “eroe” e “salvatore”

ü Senso di colpa

ü Gelosia

ü Risentimento e possessività

In maniera maggiormente specifica tra i pensieri ed i vissuti emotivi ricorrenti possiamo riscontrare:

ü tendenza a sottovalutare la fatica connessa a ciò che serve ad aiutare la persona amata al punto da raggiungere, senza percepirlo in tempo, livelli elevati di stress psicofisico;

ü terrore dell’abbandono che porta a fare cose anche precedentemente impensabili pur di evitare la fine della relazione;

ü tendenza ad assumersi abitualmente la responsabilità e le colpe della vita di coppia;

ü autostima estremamente bassa e una conseguente convinzione profonda di non meritare la felicità;

ü tendenza a nutrirsi di fantasie legate a come potrebbe essere il proprio rapporto di coppia se il partner cambiasse, piuttosto che a basarsi su pensieri legati al rapporto attuale e reale;

ü propensione a provare attrazione verso persone con problemi e contemporaneo disinteresse e apatia verso persone gentili, equilibrate, degne di fiducia, che invece suscitano noia.

Giddens studiando la dipendenza affettiva individuò alcune caratteristiche specifiche di questa dipendenza, vale a dire:

ü l’ebbrezza : il soggetto affettivamente dipendente prova una sensazione di ebbrezza dalla relazione con il partner, in maniera maggiormente specifica sperimenta euforia in funzione delle reazioni manifestate dal partner rispetto ai propri comportamenti.

ü la dose: il soggetto affettivamente cerca “dosi” sempre maggiori di presenza e di tempo da spendere insieme al partner, la sua mancanza lo getta in uno stato di prostrazione. Il soggetto esiste solo quando c’è l’altro e non basta il suo pensiero a rassicurarlo, ha bisogno di manifestazioni continue e tangibili. L’altro rappresenta un’evasione, una fonte di gratificazione unica, tanto che si arriva anche a trascurare le normali attività quotidiane, come per esempio le attività lavorative e relazionali.

ü la perdita dell’Io: nella dipendenza affettiva esiste un alto rischio di perdita del Sé, della propria capacità critica e quindi, anche della critica dell’altro, vissuto come irrinunciabile nutrimento. Il senso di perdita di identità è seguito da sentimenti di vergogna e di rimorso. In alcuni momenti infatti, si percepisce qualcosa di distorto nella relazione con l’altro, che la dipendenza è nociva e che se ne vorrebbe fare a meno, ma la constatazione di essere intrappolati in un modello dipendente fa sentire indegni e quindi spinge ancora di più verso l’abbraccio dell’altro. La dipendenza è percepita come un’esperienza speciale e lo è nel senso che niente altro è altrettanto soddisfacente.

Il soggetto con dipendenza affettiva ama in maniera ossessiva e parassitaria, chiedendo al partner una assoluta attenzione e devozione. L’amore dipendente è caratterizzato dalla stagnazione, si ripiega su stesso e si chiude a tutte le influenze ed esperienze esterne.

La letteratura scientifica ha rilevato che la dipendenza affettiva è presente soprattutto nella popolazione femminile.

Dott.ssa Claudia Distefano

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